Il Primitivo di Manduria è sicuramente uno dei vini più conosciuti del Salento e ha visto negli ultimi anni arrivare un successo straordinario.
Delle sue origini e del suo nome abbiamo già parlato in un altro articolo.
Oggi vogliamo raccontarvi 3 curiosità su questo vino, frutto prezioso della nostra terra, e tra queste farvi conoscere una teoria diversa sul suo arrivo in Salento e sulla sua espansione in questo angolo di Puglia.
Proprio da questa teoria vogliamo partire in questo post sulle curiosità sul Primitivo di Manduria.
Curiosità sul Primitivo di Manduria: come arriva in Salento?
Abbiamo già raccontato come la tradizione vuole che il Primitivo sia arrivato in Salento grazie ad un matrimonio, quello tra la contessina Sabini di Altamura e Tommaso Schiavoni – Tafuri di Manduria.
Della dote nuziale della nobildonna facevano parte anche alcune barbatelle di Primitivo che il marito seppe sfruttare bene.
Un’altra teoria, invece, vuole che siano stati gli Illiri, antico popolo balcanico dedito coltivazione della vite, a portare in Puglia questo vino.
Infine, altri studiosi indicano i monaci benedettini, nel Medioevo, come diffusori della coltivazione del Primitivo nel Salento.
Secondo questa idea, alcuni frati, trasferiti in un convento di Manduria, portarono con loro le barbatelle che furono la base dello sviluppo della coltivazione nel territorio del Primitivo.
Le 3 tipologie di Primitivo di Manduria
Esistono 3 tipologie di Primitivo di Manduria.
Il Primitivo di Manduria DOC che deve essere commercializzato dopo il 31 marzo successivo alla vendemmia.
Quello con la menzione Riserva che deve aspettare 2 anni prima di essere commercializzato e deve essere affinato 24 mesi, di cui almeno 9 in legno.
Sia il DOC che il Riserva devono contenere una percentuale non inferiore all’85% di uva Primitivo. Il restante 15% può essere composto da altre uve di vitigni a bacca nera non aromatici.
L’ultima tipologia di Primitivo di Manduria è quella Dolce Naturale DOCG che essere Primitivo 100%. Le uve che compongono il Dolce Naturale possono essere fatte appassire sulla pianta o su graticci on in cassette all’aperto.
Curiosità sul Primitivo di Manduria: qual è la differenza con il Primitivo di Gioia del Colle
Il Primitivo per molti è solo quello di Manduria. Ma, in realtà, esiste anche il Primitivo di Gioia del Colle.
Come abbiamo già visto, molti individuano in Gioia del Colle e nelle campagne circostanti la zona d’origine del Primitivo che poi sarebbe arrivato in Salento come dono di nozze.
Le differenze tra i due vini sono dovute ai disciplinari e alle loro zone di produzione.
Il Primitivo di Manduria viene coltivato su terreni rocciosi-calcarei, con un clime mite dovuto alle correnti provenienti dal mare.
Quello di Gioia del Coll, invece, viene coltivato su terreni collinari, quelli dell’altopiano delle Murge, a quasi 400 metri sul livello del mare. Qui il clima è sempre mediterraneo ma a tratti si avvicina molto di più a quello continentale.
Le disciplinari dei due vini differiscono nel metodo di vinificazione.
Il Primitivo di Gioia del Colle deve essere vinificato in purezza, con uve primitivo coltivate nella zona della DOC.
Quello di Manduria, invece, prevede, anche, l’uso di altre uve.
Il risultato finale sarà, chiaramente, diverso.
Tanto è ricco e forte il Primitivo di Manduria, tanto è snello e fine quello di Gioia del Colle.
E voi? Conoscete altre curiosità o storie sul Primitivo di Manduria? Raccontatecele nei commenti.
Seguiteci su Facebook,Instagram e Pinterest per condividere con i vostri amici le nostre news, le nostre ricette e i nostri consigli.
Iscrivetevi alla nostra Newsletter se volete essere informati sulle nostre attività e se volete ricevere promo e offerte riguardanti i nostri vini e sul nostro olio. Riceverete subito uno sconto del 15% su tutti gli acquisti sul nostro Shop.
Nel cuore del centro storico di Lizzano c’è una testimonianza importantissima della storia del nostro paese: la Cappella del Crocifisso. Il senso religioso e artistico di Lizzano emerge forte in questo piccolo santuario ipogeo e dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro paese è un piccolo scrigno che custodisce gioielli storici, artistici …
La Tradizione del Negroamaro in Salento: Un Viaggio Tra Storia e Sapori Nel tessuto vitivinicolo italiano, il Salento si distingue come una terra di antiche tradizioni e di vini dal carattere forte e deciso, proprio come il suo popolo. Tra questi, il Negroamaro rappresenta non solo un vitigno, ma un vero e proprio simbolo dell\’enologia …
Sin dall\’antichità Lizzano, e il Salento in generale, è terra d\’accoglienza. Testimonianza di questo aspetto è la presenza di un santuario costruito dai monaci Basiliani, la Cripta della SS. Annunziata.
L\’etichetta di un vino nasconde o racconta una storia che può andare oltre il vino e interessare le persone che lo producono o il territorio dove nasce. Questa che vi stiamo per raccontare è la storia di una notte d\’estate, una notte che qui a Lizzano ancora in molti ricordano benissimo.
Tra le tradizioni che più hanno permeato questo angolo di Salento c’è quella di cercare nei sogni un segno, un messaggio capace di raccontarci quello che ci aspetta nel futuro. C’è sempre una donna o un uomo anziano a cui rivolgersi per chiedere consiglio e cercare, tramite la sua conoscenza e la sua saggezza popolare, …
Curiosità sul Primitivo di Manduria: 3 cose da sapere
Il Primitivo di Manduria è sicuramente uno dei vini più conosciuti del Salento e ha visto negli ultimi anni arrivare un successo straordinario.
Delle sue origini e del suo nome abbiamo già parlato in un altro articolo.
Oggi vogliamo raccontarvi 3 curiosità su questo vino, frutto prezioso della nostra terra, e tra queste farvi conoscere una teoria diversa sul suo arrivo in Salento e sulla sua espansione in questo angolo di Puglia.
Proprio da questa teoria vogliamo partire in questo post sulle curiosità sul Primitivo di Manduria.
Curiosità sul Primitivo di Manduria: come arriva in Salento?
Abbiamo già raccontato come la tradizione vuole che il Primitivo sia arrivato in Salento grazie ad un matrimonio, quello tra la contessina Sabini di Altamura e Tommaso Schiavoni – Tafuri di Manduria.
Della dote nuziale della nobildonna facevano parte anche alcune barbatelle di Primitivo che il marito seppe sfruttare bene.
Un’altra teoria, invece, vuole che siano stati gli Illiri, antico popolo balcanico dedito coltivazione della vite, a portare in Puglia questo vino.
Infine, altri studiosi indicano i monaci benedettini, nel Medioevo, come diffusori della coltivazione del Primitivo nel Salento.
Secondo questa idea, alcuni frati, trasferiti in un convento di Manduria, portarono con loro le barbatelle che furono la base dello sviluppo della coltivazione nel territorio del Primitivo.
Le 3 tipologie di Primitivo di Manduria
Esistono 3 tipologie di Primitivo di Manduria.
Il Primitivo di Manduria DOC che deve essere commercializzato dopo il 31 marzo successivo alla vendemmia.
Quello con la menzione Riserva che deve aspettare 2 anni prima di essere commercializzato e deve essere affinato 24 mesi, di cui almeno 9 in legno.
Sia il DOC che il Riserva devono contenere una percentuale non inferiore all’85% di uva Primitivo. Il restante 15% può essere composto da altre uve di vitigni a bacca nera non aromatici.
L’ultima tipologia di Primitivo di Manduria è quella Dolce Naturale DOCG che essere Primitivo 100%. Le uve che compongono il Dolce Naturale possono essere fatte appassire sulla pianta o su graticci on in cassette all’aperto.
Curiosità sul Primitivo di Manduria: qual è la differenza con il Primitivo di Gioia del Colle
Il Primitivo per molti è solo quello di Manduria. Ma, in realtà, esiste anche il Primitivo di Gioia del Colle.
Come abbiamo già visto, molti individuano in Gioia del Colle e nelle campagne circostanti la zona d’origine del Primitivo che poi sarebbe arrivato in Salento come dono di nozze.
Le differenze tra i due vini sono dovute ai disciplinari e alle loro zone di produzione.
Il Primitivo di Manduria viene coltivato su terreni rocciosi-calcarei, con un clime mite dovuto alle correnti provenienti dal mare.
Quello di Gioia del Coll, invece, viene coltivato su terreni collinari, quelli dell’altopiano delle Murge, a quasi 400 metri sul livello del mare. Qui il clima è sempre mediterraneo ma a tratti si avvicina molto di più a quello continentale.
Le disciplinari dei due vini differiscono nel metodo di vinificazione.
Il Primitivo di Gioia del Colle deve essere vinificato in purezza, con uve primitivo coltivate nella zona della DOC.
Quello di Manduria, invece, prevede, anche, l’uso di altre uve.
Il risultato finale sarà, chiaramente, diverso.
Tanto è ricco e forte il Primitivo di Manduria, tanto è snello e fine quello di Gioia del Colle.
E voi? Conoscete altre curiosità o storie sul Primitivo di Manduria? Raccontatecele nei commenti.
Seguiteci su Facebook, Instagram e Pinterest per condividere con i vostri amici le nostre news, le nostre ricette e i nostri consigli.
Iscrivetevi alla nostra Newsletter se volete essere informati sulle nostre attività e se volete ricevere promo e offerte riguardanti i nostri vini e sul nostro olio. Riceverete subito uno sconto del 15% su tutti gli acquisti sul nostro Shop.
Scoprite la promo sul Montemanco Primitivo Dolce Naturale DOCG.
[mc4wp_form id=\”336\”]
Articoli correlati
La Cappella del Crocifisso
Nel cuore del centro storico di Lizzano c’è una testimonianza importantissima della storia del nostro paese: la Cappella del Crocifisso. Il senso religioso e artistico di Lizzano emerge forte in questo piccolo santuario ipogeo e dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il nostro paese è un piccolo scrigno che custodisce gioielli storici, artistici …
Il Negroamaro in Salento
La Tradizione del Negroamaro in Salento: Un Viaggio Tra Storia e Sapori Nel tessuto vitivinicolo italiano, il Salento si distingue come una terra di antiche tradizioni e di vini dal carattere forte e deciso, proprio come il suo popolo. Tra questi, il Negroamaro rappresenta non solo un vitigno, ma un vero e proprio simbolo dell\’enologia …
I Basiliani a Lizzano
Sin dall\’antichità Lizzano, e il Salento in generale, è terra d\’accoglienza. Testimonianza di questo aspetto è la presenza di un santuario costruito dai monaci Basiliani, la Cripta della SS. Annunziata.
Storia di un\’etichetta: 1982
L\’etichetta di un vino nasconde o racconta una storia che può andare oltre il vino e interessare le persone che lo producono o il territorio dove nasce. Questa che vi stiamo per raccontare è la storia di una notte d\’estate, una notte che qui a Lizzano ancora in molti ricordano benissimo.
Sognare il vino: cosa significa?
Tra le tradizioni che più hanno permeato questo angolo di Salento c’è quella di cercare nei sogni un segno, un messaggio capace di raccontarci quello che ci aspetta nel futuro. C’è sempre una donna o un uomo anziano a cui rivolgersi per chiedere consiglio e cercare, tramite la sua conoscenza e la sua saggezza popolare, …